Una casa che respira

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L’occasione è la costruzione di un grande centro yoga. Ma la vera notizia è che saranno 4300 metri quadri -a quaranta chilometri da Malmö, nella cittadina di Eslöv in Svezia- costruiti con un biocomposito di calce e canapa.  Perché il cemento, il materiale più usato nelle costruzioni, pare inquini quanto la Cina. Ed è una stima al ribasso, visto che nel  2030 le aree urbane avranno un 30% di  nuove abitazioni. Certo esistono soluzioni biocompatibili, il problema è che sono troppo costose per riuscire a fare la differenza.  Ma questo fino al composto di calce, canapa e lieviti  del Dott. Gilberto Barcella, con la quale ho avuto un interessante conversazione. 

A cosa serve il cemento quando si costruisce una casa? Sarebbe possibile prescinderne?

Il cemento viene utilizzato per le strutture, come ad esempio il telaio. In alternativa questo può essere fatto in legno oppure in acciaio.

L’acciaio è un materiale ecologico?

Un po’ si un po’ no. Il motivo è che per produrlo si contribuisce ad immettere Co2 nell’ambiente, tuttavia chi lo sostiene come materiale di elezione ne esalta la possibilità di riciclo, dall’acciaio si tira fuori sempre il ferro. 

Per quanto mi riguarda è meglio costruire in legno, dal punto di vista ambientale basta scegliere quello fatto crescere per essere tagliato, per esempio il legno massello o il legno lamellare. 

In realtà la scelta tra acciaio, legno o cemento dipende dalla struttura che si va a fare, dalla sensibilità ma soprattutto dal percezione di sicurezza che ha il commettente. Nella scelta la parte principale la fa la convinzione psicologica.

Qual’è la differenza tra calce e cemento? con la calce e perché è tornata di attualità?

Storicamente la calce veniva utilizzata per costruire. Il nostro patrimonio immobiliare è fatto di calce mischiato ad argilla, sabbia, mattoni, fieno. Poi nel 1824 si scopre che il cemento è più veloce ad indurire. Con il termine cemento in edilizia si intende un legante idraulico, cioè  si aggiunge acqua  acquisisce capacità adesive.   In genere Oggi, se il cemento è utilizzato per la struttura, la calce è usata per  fare intonaci, isolare.

Perchè la calce è tornata d’attualità? 

Il motivo per cui è tornata d’attualità è che la calce  è un materiale assolutamente ecologico. Si tratta dI calcare, non vengono aggiunti metalli, era e torna ad essere CA CO3.  La calce è utilizzata non solo in edilizia ma anche per disinfettare gli ambienti, depurare l’acqua e correggere i terreni aridi. Di conseguenza non crea problemi in atmosfera. Il cemento invece si ossida. Per di più la calce ha caratteristiche di traspirabilità e mantenimento dell’umidità interna ed esterna impareggiabili. Ed è cotta a settecento gradi invece che ai 1800 del cemento. L’altra caratteristica della calce, che a prima vista può sembrare una debolezza  è che indurisce con l’aria (la carbonatazione) e lo fa attraverso un tempo infinito, cioè più passano gli anni più diventa dura. Così se da una parte  l’asciugatura del cemento è quasi istantanea, dall’altra dopo 100/150anni finisce la sua vita; al contrario della calce.

Lei mischia la canapa alla calce?

Calce e canapa sono un biocomposito super isolante. Senza la canapa non ci sarebbe un alternativa, non avremmo la carbonizzazione perenne e quindi la traspirabilità.

Come è arrivato alla canapa?

Furono i francesi, nel 1989, a fare i primi esperimenti con la canapa in Alsazia. Il sistema era: telaio in legno, vallette di paglia e intonaco di argilla. Ma le muffe che intaccavano la paglia e le lentezze di asciugatura creavano qualche problema. Così incuriositi dall’idrocapacità della canapa usata per le lettiere per i cavalli, cominciarono a sostituirla alle vallette di paglia. Da questo momento cominciò a svilupparsi questa tecnologia ma costava molto, essendo artigianale. Quello che ho fatto è studiare per portarla ad un livello industriale.

Ma c’è un brevetto a suo nome…

Si perché a calce e canapa ho aggiunto dei lieviti, si tratta di microrganismi che mangiano zuccheri e producono C02. L’obiettivo era rendere possibile, attraverso l’anidride carbonica, l’asciugatura della calce in ambienti bagnati. 

Però ho  letto sul comunicato stampa che la canapa imprigiona CO2?

Si, lo fa. In Italia i consumi energetici delle case sono responsabili del 45% delle emissioni di CO2 (il gas serra responsabile per il o 65% del famoso  riscaldamento globale), se si costruisse in canapa e calce i muri assorbirebbero più emissioni di quelle che producono.

Potrei pensare che le case costruite con la vostra tecnologia funzionino come un albero?

Un albero è una traslazione, una pianta attraverso la fotosintesi clorofilliana assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno. La quantità di CO2 imprigionata dalle costruzioni in calce e canapa è pari a 12 tonnellate in quattro mesi, l’equivalente di quella assorbita in 4 anni da un ettaro di terreno piantumato ad alberi. L’equivalenza va più vista nel senso del ciclo di vita e nella capacità di assorbire e rilasciare umidità.

Insomma per una volta la rivoluzione industriale non è la grande sventura (così per me) che ci è piovuta addosso, ma un intreccio tra nuovo e antico. 

Elisabetta Guida