Un Castello che sa di rose

Qualche giorno fa  mi sono imbattuta in “Rose Millésimée”: rosa di grasse, chiodi di garofano, mela candita.  Questo profumo mi ha fatto pensare al castello della Malmaison, il luogo dove Giuseppina Bonaparte ha creato la più grande collezione di rose, forse, mai esistita. Così mi sono chiesta, se camminassi per strada e potessi sentire il sapore di tutto quello che incontro, quale sarebbe quello del Castello della Malmaison? Certo saprebbe di lei. Perché questa casa, a soli 15 chilometri da Parigi, è ieri come oggi, la sua creatura.  L’allure della Malmaison è quello della moglie di Napoleone: i suoi vestiti, gioielli, cappelli, le sue passioni, i suoi ricevimenti, le visite di stato, la stessa struttura del castello -Giuseppina appena vi si stabilì fece risistemare  il castello da Percier, l’architetto che lavoro’ al palazzo del Louvre, e da Fontaine, che invece ebbe degli incarichi nella ristrutturazione di Chambord -. Ma sono le rose le protagoniste. L’obiettivo della moglie di Napoleone era piantare nel suo castello, specie di ogni rosa esistente al mondo. E dunque  Bonaparte approfittò della Marina Francese perché raccogliesse piante e semi su qualunque terra capitassero le loro navi, e alla faccia della guerra con la Gran Bretagna e del conseguente blocco navale l’ammiragliato britannico diede un salvacondotto ad alcuni vivaisti perché consegnassero a Giuseppina Bonaparte alcuni esemplari di rose cinesi.

Non solo, l’imperatrice assunse due famosissimi vivaisti inglesi perché l’aiutassero a creare nuove particolari  piantumazioni. Oltre ad avere tra i suoi giardinieri francesi i primi coltivatori di rose da seme della Francia. Insomma nel 1815 la collezione contava più di diecimila piante. Poi la sconsideratezza e la follia  hanno preso il sopravvento. Un giardiniere riuscì al salvarle dagli eserciti antinapoleonici portandole nella sua casa di campagna, ma da quel momento non ne si ha più notizia. Quello che rimane sono  gli acquerelli di Redouté – detto il Raffaello dei fiori-; tre volumi che ancora oggi sono usati per catalogare le rose antiche. E alla  ‘Souvenir de Malmaison’, un ibrido tra una rosa tea e una bourbon, creata nel 1843 da Jean Beluze. 

Bisogna rassegnarsi e accontentarsi di assaggiare l’allure di quello che fu il castello della Malmaison. Per fortuna, il profumo dell’anima non svanisce mai. 

Elisabetta Guida

Fonti: www.curiosandoingiardino.it ; Wikipedia; www.altezzareale.com; www.musée-nationaux-malmaison.fr; www.jovoy.com