In un deserto pieno di stelle

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Grazie a questa epidemia ho scoperto il cappuccino ‘viaggiante’ (cioè all’americana): bicchiere di carta e possibilità di berselo dove si preferisce. Meraviglia. E in modo particolare quando piove a dirotto!
Mi era capitato di ripararmi alla belle e meglio sotto un tenda. C’era l’acquazzone, l’ombrello, quel senso di bagnato e freddo che poi ti perseguita tutto il giorno. Ma anche l’odore dell’acqua mischiato alle foglie bagnate e il cappuccino bollente a fare da contrasto. La cosa incredibile è che era come se solo il mio, fosse il mondo reale,  il resto, vita dentro un acquario.
È stata una sensazione di libertà assoluta. Una parentesi dal rumore del mondo.
Così ho pensato…  se si provasse a moltiplicare questa sensazione per un numero infinito, in quale luogo della terra ci troveremmo catapultati?.
Secondo me, nel deserto di Atacama a guardare le stelle.

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