Quasi un forfait. (Dove andiamo quando sogniamo?)

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Intanto ‘Quasi un forfait’ perché questo non è un articolo vero. È da un po’ lavoro a ‘Dove andiamo quando sogniamo?’, ma ci hanno scritto davvero tutti, dunque ieri ho deciso definitivamente di abdicare. Ma… mi sono imbattuta in un artista , un fotografo, Paul Maria Schneggenburger, che ha creato un progetto interessantissimo, e mi seccava pubblicare solo su Instagram. L’idea è stata chiedere ad un alcune copie sue amiche di dormire nel suo studio, e di lasciarsi fotografare mentre erano immerse nei sogni. Così ha scoperto che tra innamorati, per via dei movimenti del corpo, potrebbe esserci una connessione.

A fare un passo indietro, in genere le posizioni sull’argomento dove andiamo quando sogniamo sono essenzialmente due. La prima è che viaggiamo nel subconscio. La seconda è che visitiamo altri mondi. E all’interno di quest’ultima tesi c’è chi dice che ci riuniamo con il nostro vero se’. Cioè il presupposto sarebbe, che non esiste il tempo ed ognuno di noi è frammentato in una moltitudine di esistenze che avvengono contemporaneamente.
Resta che in qualunque modo la si pensi, ciò che permette il viaggio è la ghiandola pineale, quella dove Cartesio diceva che si trova l’anima. Ma è davvero così? Lui era il filosofo del ‘Cogito ergo sum’, cioè ‘penso dunque sono’, ma se solo passiamo ad Husserl ed alla fenomenologia di Merleau-Ponty allora si direbbe ‘sono perché sento’. E allora dov’è l’anima? Il cuore è il posto di cosa? E la ghiandola pineale?
Dunque di nuovo ‘Dove andiamo quando sogniamo?’

Paul Maria Schenneggenburger, mette altra carne al fuoco. Vale a dire che rimarremmo connessi con chi amiamo. Una mia amica sostiene che ‘non siamo mai soli’, beh è un ipotesi un tantino claustrofobica… certo, indiscutibilmente, affascinante!

Ma c’è un’altra artista che mi ha incuriosito sul tema. Si tratta di Maryan Ashkanian, è turca, si chiama ed è molto, molto particolare, al di là dei cuscini ricamati che paiono fare riflettere sull’impronta che lasciamo sulle cose. Ma questo è un altro interessantissimo discorso che sarebbe bello fare con lei in un altro articolo.

Elisabetta Guida