Lettering!

Ovunque andiamo siamo circondati da un miscuglio di identità. Lo scopo di lettere, disegni ed oggetti è raccontare una storia. L’idea sarebbe, con un solo sguardo, dare, la percezione della complessità dentro un progetto. Insomma il lettering, ed anche se ci si fa riferimento solo per quello che è la stilizzazione dell’alfabeto, ma alla fine è tutta una questione di segni e forme.

Sopra il mio video, sotto i tappeti ispirati ai simboli e araldica delle città italiane di 75B al prossimo Masterly, The Dutch in Milan, a Palazzo Turati. Di fianco un armoriale (un libro che raccoglie gli stemmi) tedesco, via wikipedia.

Prendete l’araldica,  diverse identità si riconoscano in un segno, sentono questo segno di appartenenza. E non vale solo per le famiglie nobiliari (che erano la facciata di un sistema feudale);  a Masterly, The Dutch in design, ci saranno dei tappeti curiosi che riprendono lo stemma varie città italiane.
Nel senso che si tratta di simboli che pescano nella storia delle famiglie che hanno detenuto il potere e che si sono sostituite ad altre, dunque discorsi di egemonia culturale. Penso a Cesare e Parigi -l’antica Lutezia- che usando il lusso ha fatto in modo che fossero i Galli stessi a volere diventare romani; era cool.
Oggi direi che dentro uno stemma c’è un po’ tutto quello che di una città fa parlare. Ma la domanda è: come ci si riconosce, cosa scatta? Certo c’è una parte di mito, del modo in cui ci hanno raccontato degli eventi, quasi alle volte, una sorta di fascino esotico. Ma la parte interessante è il modo in cui si attribuisce un’identità. Se scartassimo questa parola come se fosse un regalo di Natale ci troveremmo davanti ad un confine; un limite che per fare quello che per cui è nato, deve essere riconosciuto, quindi c’e una sovrapposizione tra individuo e società. Il bello sarebbe vedere come si muovono questi ’pezzi’ di significati, come si evolvono scorrendo paralleli, come si riflettono?

A proposito c’è una mostra, sempre durante la Design Week, che -in un certo senso- indaga il valore del tempo rispetto all’ identità . L’occasione è il Lettering in senso formale, inteso come  le lettere dell’alfabeto. In questo caso si tratta di quelle usate da vecchie insegne di negozi, riadoperate per scrivere parole che richiamano ai diritti fondamentali. 
Balzano parlare di diritti in un paese come l’Italia, visto come i cittadini, in epoca Covid, sono stati trattati da un governo di sinistra (!?) -d’altra parte oggi si festeggia la festa della Repubblica, sebbene viga il diritto dinastico, ‘La Famiglia’, più importante di qualunque curriculum & saper fare-, ma tanto è.
Resta che questo binomio: lettere usate/diritti, ponga ancora di più l’accento su quanto, come e quando  ci si riconosca in un segno. 

Elisabetta Guida

Ps- Durante questo articolo mi sono innamorata follemente dell’Antica Soffieria Monti. A fondarla fu Carlo nel 1893. Successe che chiuse l’attività del padre, un grossista di liquori e vini, ed emigrò in Boemia per imparare a soffiare il vetro. Li per li, l’antica soffieria si occupava di vetri per fare alambicchi, thermos, siringhe, poi divenne quella che è oggi dove si creano scritte luminose e lampade di design.