La rivoluzione di un inchiostro

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Kentako Kuzuwa è la sesta generazione di una famiglia che produce inchiostro per timbri. Bisogna sapere che in Giappone i documenti si firmano usando stampini di cera, ovviamente, tutti personalissimi e diversi. Ed anche l’inchiostro non è una china qualunque. A proposito La Nikko Jirushi, dal 1905,  produce la  più antica e unica tintura di tutto il sol levante: rossa e profumata. Ma  è  l’odore  il vero elemento rivoluzionario che ha anticipato il tempo.

Ho incontrato Kentako Kuzuwa a Esxence, e mi ha raccontato che in Giappone, fino alle nuove generazioni, le fragranze erano viste come qualcosa di lontano, riservato all’aristocrazia piuttosto che per chi desidera attirare l’attenzione di chi ama. L’idea: profumo / identità era tutt’altro che scontata. Ma le cose  cambiano, complice il web che ha mischiato un po’ tutte le culture. E cosi l’erede della Nikko Jirushi ha creato il progetto “Edit(h)”, facendo fare all’impresa di famiglia un passo in più verso l’universo delle fragranze.

I profumi sono costruiti come brani di musica dance. Le materie prime sono incredibili; di Edit(h) ho quattro mouillettes, sono riparate da un involucro per trattenere l’essenza ed hanno profumato la stanza dove sono. (Cosa che  mi fa pensare che potrebbero essere sovrapponibili). Gli odori si rincorrono,  si accartocciano, si fermano, poi si inseguono ancora.  Sembrano una di quelle giornate di vento, brezza, folate improvvise. Adoro i profumi complessi, il fatto che non rimangano mai uguali. Non per niente Kentako Kuzuwa ha fatto il deejay, ha conoscerlo ha un po’ questa Allure da Severus Piton -un personaggio di Harry Potter- ( io i deejay -quelli veri lavorano con le note musicali-, li percepisco cosi, come se ‘contenessero’ un altro mondo…).


La novità che è stata presentata,  è Cocktail Lane, della collezione Remixes (ideale continuum di Rose Moijto). La storia che racconta è quella di un drink in un locale  a “Metropolis”, la città raccontata da un manga di Osamu Tezuka dove convivono robot ed essere umani (hanno fatto anche diversi film). La fragranza è inebriante,ipnotica: non riesco a smettere di annusarla. Ci sento le bollicine di un Cocktail dal sapore un po’ erboso, prima un liquore amarognolo e sotto tutto quel frizzare, come la scenografia sulla quale si staglia la scena, un tappeto di fiori. Ci sento il gelsomino, la fresia… (Premessa fondamentale la base è luminosa -in oriente amano questo odore perché il tempo è umido, tanto che la famiglia olfattiva prende il nome di “orientale-) ma non sono invadenti, Alexandra Carlin, il naso, è riuscita a creare un essenza equilibratissima, super bilanciata.
Ho sentito anche “Kagamigoshi” (l’odore che avrebbe la sensazione di ideja-vue), “Souchong Journey” (ispirato alla storia ed al “viaggio” del the nero), “Green Velvet”, ma: 1- ormai mi sono innamorata di Cocktail Lane e non sono più obiettiva; 2- non sono capace di percepire la fragranza pulita, sento addirittura l’odore del cartone della mouillette!
Elisabetta Guida