La luce meravigliosa della Design Week 2022


C’è sempre un sistema solare, e un centro attorno a cui ruotano i pensieri. Quasi, una gravità che tiene insieme un micro universo.Per me, quella della design week 2022, appena passata, è una torta monoporzione, inventata per l’occasione.
Stavo curiosando da Raw e quando l’ho vista, mi ha fatto pensare a quale potesse essere il sapore di una casa. Di suo, la tortina di Fabrizio Racca sa di albicocca, dulce de leche, burro di arachidi e caramello in un insieme di differenti consistenze. Insomma, per associazione di sentimenti, giugno, l’estate che arriva, la vita da vivere senza paura ed ossessioni. E guarda caso (ma il caso non esiste) anche il messaggio più bello della design week 2022.
Perché è stato come se questo dolce funzionasse come un acchiappa sogni (belli).






A proposito (e anche se mi ripeto, l’ho già scritto in un altro articolo…) le neuroscienze dicono che il pensiero arriverebbe solo dopo, prima c’è tutto il mondo delle percezioni, emozioni… i sensi! (E notizia dirompente, l’80% delle decisioni è presa nel subconscio).
E io, dentro, questo ragionamento, ci vedo un discorso di forma e connessioni. Voglio dire… in genere si classifica: il design, l’arte, la moda, l’illustrazione ecc… ma se invece fosse tutto insieme?
Ricordo un addetta stampa di un azienda di mobili da giardino che mi sottolineava quanto per quel brand la parola ‘industriale’ accanto a design fosse importante ‘la designer non transige’, e che non mi venisse in mente di parlare di arte che è un altro mondo. (Che vita triste, quanta poesia certa gente non vede).



Sopra la festa in piazza di Zanotta e Tecno ai caselli di Porta Garibaldi. Sotto life della Statale e in particolare l’installazione di Michele De Lucchi . la fotografia che fa da filo conduttore e’ di @AlizaRazell



Ma mettiamo che siete d’accordo con questa persona, come spiegate la bottiglia di vetro della coca cola o la fotografia con la baguette Erwitt? Entrambi erano nati come progetti pubblicitari, che più non si può, ma sono considerati arte. O dall’altra parte, artisti che si autoproclamano tali, che non riescono a trovare la quadra. Credo che la soluzione sia lasciare le definizioni ai posteri e seguire il flusso; quello nostro, unico, particolare, identitario.
L’Immagine sotto, del Chrisler Building e’ di https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chrysler_building-_top.jpg

Penso alla torta in jacquard di rame di Isabelle Leourier, un artista francese a Palazzo Visconti. Alta 5 metri per 280 metri di stoffa e mesi di lavoro: vista da vicino, mettendosi sotto in modo che la prospettiva sia parziale, potrebbe essere presa per la cima di un grattacielo costruito nella belle epoque, tipo il Chrysler Building. Quindi cosa è cosa?
Ma soprattutto, ne esce che non esiste ‘un modo’ per fare le cose.
Tra l’altro in una delle stanze adiacenti c’era il progetto ‘Design is diversity’ dell’architetto De Lucchi, con gli studenti della magistrale di architettura. L’idea è stata quella di dare forma alle diverse trasformazioni dello spazio e ne sono venuti plastici che disegnano tanti personalissimi set dove la parola uguale è un non senso. L’ho trovato meraviglioso, perché credo sia il senso per cui una so vive e ci si alza la mattina: trasformare il mondo.
Elisabetta Guida


