La differente ’moltitudine’ di essere.






Ieri, ad un Vernissage, ho incontrato un gruppetto di persone che mi hanno immersa in uno spirito ottocentesco, intendo quell’atmosfera gotica… e insieme preraffaellita (romanticismo & poesia, mistero compreso). Emanavano questa sensazione.
Il tutto, nella libreria più antica d’Europa, in un luogo dove mai avrei pensato esistesse qualcosa di così particolare: Milano. (Sarà che ci abito e dunque vedo ‘il prato del vicino è sempre più verde.)
Sono state sensazioni che mi hanno ricordato Grainne Morton; un miscuglio tra un’antiquaria e una creatrice di gioielli. Ma sopratutto un essere per cui folclore, musica e favole… – dell’Irlanda del nord e di una certa cultura celtica- non sono qualcosa di esterno, ma nient’altro che Grainne Morton stessa: il suo mondo, il suo modo di esprimersi. Crea gioielli che sembrano arrivare da un altro mondo. Sono diversi, emanano un energia che permette di connetterli alle persone; sono atmosfere. E poi c’è il discorso del tempo. Ed è ovvio che le storie sono fuori dalle epoche, ma la relazione tra il pomeriggio di ieri ed i gioielli di questa artista la sento cosi affine.
Questo per dire che bello il mondo. Basta spaccare la superficie del conformismo, che sembra la nuova educazione a cui tutti si adeguano, e… ossigeno: finalmente la differente moltitudine di ‘essere’ che parla attraverso tutto l’esprimibile. (A dispetto dei notiziari sotto la metro’ che propagandavano una vecchia e brutta ‘Milano da bere’.)
Elisabetta Guida.




