In un deserto pieno di stelle


Grazie a questa epidemia ho scoperto il cappuccino ‘viaggiante’ (cioè all’americana): bicchiere di carta e possibilità di berselo dove si preferisce. Meraviglia. E in modo particolare quando piove a dirotto!
Mi era capitato di ripararmi alla belle e meglio sotto un tenda. C’era l’acquazzone, l’ombrello, quel senso di bagnato e freddo che poi ti perseguita tutto il giorno. Ma anche l’odore dell’acqua mischiato alle foglie bagnate e il cappuccino bollente a fare da contrasto. La cosa incredibile è che era come se solo il mio, fosse il mondo reale, il resto, vita dentro un acquario.
È stata una sensazione di libertà assoluta. Una parentesi dal rumore del mondo.
Così ho pensato… se si provasse a moltiplicare questa sensazione per un numero infinito, in quale luogo della terra ci troveremmo catapultati?.
Secondo me, nel deserto di Atacama a guardare le stelle.


Un posto estremo, ma veramente estremo: si tratta di una strisciolina di terra più lunga -1600 km- che larga -180 km-, tra il Perù e il Cile, che va dalla montagna al mare. Tanto per dire, Wikipedia riporta che nel 2003 un gruppo di scienziati aveva rifatto, proprio nel deserto di Atacama, gli stessi esperimenti degli astronauti su Marte, con le missioni Viking 1 e Viking 2. Risultato: scarsissime tracce di materia organica. Questo è il posto più arido della terra.
Ed è per questi motivi che è il deserto di Atacama è una manna per osservare le stelle. Nessuna traccia di umidità, niente inquinamento luminoso.
La maggior parte degli enti governativi, ha installato proprio qui i loro potenti telescopi.

C’è l’Europa con Alma, un telescopio che riesce a registrare i raggi di luce invisibili ad occhio umano residui della nascita di qualche stella. Lo scopo è farsi un’idea dell’Universo primordiale. La stessa finalità di Apex che vedequello che rimane del Big Bang: micro-onde. Poi c’è il Cerro Paranal, una stazione a 2600 metri (fu una delle location di “Quantum of Solace” un film della serie 007); pensate che c’è un giardino creato per fornire di ossigeno gli astronomi. Magia. Ma parte dell’incanto è che i telescopi del Cerro Paranal, vedono i movimenti di stelle e i pianeti come se guardassimo le luci di un auto di notte, in una strada buia.
Ci sono gli Stati Uniti, ad esempio qui c’è Gemini Sud il telescopio gemello di quello installato alle Hawaii. Assieme riescono a mappare tutta la volta celeste.
Il problema è che alle stazioni americane l’accesso è limitato agli studiosi. Mentre il bello di Eso (l’European Southern Observatory) è che prenotandosi, tutti possono andare a curiosare (qui per mettersi in lista: https://www.eso.org/public/italy/announcements/ann16038/).
Certo verrà un po’ laborioso per via della mancanza di ossigeno, ad ogni visitatore è data una scorta. Ma immaginate che esperienza?

Nei paraggi: laghi salati, paesaggi lunari, incredibili pietre rosa, gyser, vulcani e fenicotteri (tra gli altri). E se si arrivasse in un momento, tra i tre e i sette anni, può essere -Grazie al Nino- di vedere il deserto di Atacama fiorito. Elisabetta Guida.
Fonti:
www.Alidays.it
www.wildtrips.net
wikipedia