Il Peru’, al Mudec di Milano, e’ un tappeto volante.



A sinistra un ornamento per il naso a forma di granchio, il metallo e’ della lega Tumbaga (oro, argento e rame). A sinistra un orecchino a mosaico che raffigura lucertole. È fatto in oro, conchiglie di Strombo e turchese. Entrambe le fotografie sono una cortesia del @MuseoLarco, Lima, Peru’. Al centro l’immagine è una cortesia del @Mudec e del @sole24orecultura.
‘Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù’, è una mostra che non lascia indifferenti. La sensazione è quella di sentirla sulla pelle.
Ci sono i manufatti originali (oltre 170) provenienti dal Museo Larco di Lima, scenografie incredibili (d’altra parte qualche anno fa il Mudec, il museo milanese che la ospita, ricostruì in una sala, una tomba egizia -originale- intendo con i corridoi bui, le pareti affrescate e la percezione di inoltrarsi nel sottosuolo) ed allestimenti curiosi, i gioielli e copricapi sono posizionanti su figure umane rappresentate da ombre. Poi i video, i disegni e, a fare da collante a tutto, il punto di vista che mi verrebbe da associare ad un atmosfera.
Proprio un immagine così: rarefatta e nello stesso tempo fisica. Perché i 3000 anni di civiltà Inca sono visti, “considerando” la vita. Cioè la ragione d’essere, il cuore, le credenze… in poche parole quello che fa di una persona, una persona, e di una civiltà, una civiltà. A proposito, quella Inca era molto sofisticata, tanto è stata paragonata all’Antico Egitto.



E se siete abituati alle mostre che sembrano più autopsie che bellezza, rimarrete stupiti. (Spesso mi chiedo: è davvero così importante sapere quanto è lungo e largo qualcosa corredato da un milione di date depositato in una stanza asettica ed avvolte in un cupo silenzio? Secondo me i sistemi d’allarme ed i guardiani sono fatte per non fare scappare le varie opere, non certo proteggerle. Ma non è questo il caso).
Le due curatrici -Hulla Holmquist e Carole Fraresso- fanno dire alla fine della mostra “ancora”, “ancora”.
Ne’ andare a farsi un giro sul Machu Picchu vi farà raggiungere la sazietà. Specifico che voglio dire: ‘andare’ per davvero.
Dovete sapere che c’è una sezione (esterna alla mostra, accanto al book-shop) che permette la cosa. Però parlare di esperienza immersiva, 3d non rende assolutamente l’idea del “viaggio’ che il World Heritage Exhibition ha creato. Si vola sopra le Ande ed è così assolutamente reale che è sconsigliato a chi soffre di vertigini (l’ho provato, e più che l’altezza la cosa che mi ha impressionato di più è stata attraversare i muri -beh dovrei raccontare la storia… la polvere magica di cui sarete irrorati, la guida Inca ecc… ma poi il mistero?).
Insomma rimane sempre questa voglia di Perù … C’è da dire che altre iniziative ci sono, il Mudec organizza serate, Brunch domenicali sempre legati a “Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù”, ma rimane questo tarlo, un po’ come essere a dieta: la soddisfazione è un miraggio.
Elisabetta Guida



Per prenotare una visita a “Machu Picchu e gli imperi del Perù”: www.Mudec.it fino al 19 febbraio. il costo e’ €16.50 (biglietto intero), €14 (biglietto ridotta).
Si potrà’ fare l’esperienza immersiva a partire dal 16 ottobre (anche se non è chiaro se invece comincino in concomitanza alla mostra principale, consiglio di contattare il Mudec). Il biglietto costa €15. www.worldheritageexhibitions.com
Serate e Brunch:
- Brunch con le specialità del posto -i sabato e le domeniche di tutto il periodo della mostra-;
- serate a tema Pisco, la bevanda emblematica del Perù -i sabato e le domeniche di tutto il periodo della mostra-;
- uno spettacolo di marionette -i sabato e le domeniche di tutto il periodo della mostra-;
- aperitivi archeologici;
- un convegno sui tessili Precolombiani e Amerindiani di 4 giorni -con lectio magistralis in streaming- dal 19 al 22 ottobre;
- una mostra fotografica -‘Uno sguardo intimo’, immagini di Candy Carmona Vera- sulla vita e le tradizioni dei peruviani in collaborazione con la comunità di Milano;
- un podcast che racconta la mitologia peruviana;