I tulipani di Bibi Smit

Capita di mettere un mazzo di tulipani in casa e dopo qualche giorno vedere i petali appassire. Bibi Smit, che è un artista del vetro e che lo scorso hanno ha ricreato il cielo olandese, ne ha fatto l’oggetto della sua nuova opera, ”Maru Mori”. 
(Lei e’ una persona super interessante, nel senso che ha ‘la visione’ del mondo, sua unica e totalmente indipendente. -Per leggere l’intervista:  ‘Bibi Smit ed il tempi che non esiste’-)

In questo caso e’ come se avesse scannerizzato una stanza e individuato  i fiori un po’ ammaccati, magari caduti. Ed avesse detto ’questa e’ la bellezza’. A proposito, secondo me l’idea da abbandonare e’ quella del solito ricordo inteso come…quel residuo dell’incanto… quasi le note di fondo che un profumo lascia appena prima di sparire. Intesi così i suoi tulipani sarebbero un continuo sguardo sul passato. Invece credo ci si debba aggrappare ai fatti, all’esperienza: se una  cosa  e’ bella, è bella, non c’è una gradazione o teoria che possa puntellare la bellezza. È realtà concreta sotto gli occhi di tutti, compresa l’idea di ’perfezione’ visto che ognuno ha il suo punto di vista su quello che possa essere ‘la pienezza’.

L’altro giorno, vedevo ’Sky ladder’ di Cai Guo Qiang, un’artista che per esprimersi utilizza  i fuochi d’artificio. L’idea è stata quella di creare una scala tra noi e il cielo per stabilire una connessione.  Così Cai Guo Qiang ha costruito una struttura alta mezzo chilometro e  larga 5 metri, l’ha riempita di materiale esplosivo e l’ha fatta volare con un pallone elettrostatico. 
Ecco, ho pensato, questa è la chiave per capire i tulipani di Bibi Smit. La loro e’ la poesia dell’adesso. È la bellezza del tempo presente senza rimandi o ricordi. La prova e’ che connettono all’assoluto. Sono le sfumature dei petali, colori, la forma. E la cosa curiosa e’ che una tale bellezza spesso si da’ per scontata. Ragione per cui penso (al di là di quello che si dice) l’arte serva a vivere più intensamente ed ognuno debba cercare la sua (senza prendere minimamente in considerazione quello e’ ritenuto bello dai più o dai pochi).
Elisabetta Guida