I fermagli delle collane



Si dice che ‘I nove dragoni ’ fossero stati dipinti da Chen Rong, sputando acqua e strofinando il berretto, su una tela lunghissima (15 metri), bagnato nell’inchiostro. Ed effettivamente era l’unico modo, visto che, mentre eseguiva l’opera, pare si sia trasformato in un drago.
Da parte sua il motivo di tanta determinazione fu, rivelare al mondo, che i draghi hanno una natura acquatica. Anche se molti lo sapevano già : sembra apparissero dal vapore di una pentola che bolle, o da nuvole, umidità e foschia duranti i temporali piuttosto che nella schiuma delle cascate. Elenco che non vuole essere per nulla esaustivo, perché basta guardare una collana da un altro punto di vista e sembra di trovarsi di fronte ad un Uroboro; la creatura che si morde la coda, e che impersona l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo.


C’è da dire, a proposito delle collane, che i dragoni proteggono le perle, ma che la natura di un uroboro, sia quella di un drago, o un serpente, è cosa tutta da discutere. Il problema è che non si sa esattamente come siano fatti i draghi. Sul tema, sembrano farla da padroni i cinesi; Wang Fu, uno storico del 1300/1400, dice che hanno: corna di cervo, testa di cammello, collo di serpente, ventre di mollusco, scaglie di carpe, zampe di tigre, orecchio di mucca, lunghi artigli di aquila. Per altri i draghi hanno semplicemente un corpo da serpente, come dimostrato da alcuni reperti arrivati dal neolitico. Ma per gli egizi l’uroboro è indiscutibilmente un serpente visto che si tratta della personificazione di un loro Dio. C’è una storia della mitologia norrena per cui Ragnar Lotbrok (proprio lui; il protagonista di Vicking) avrebbe un ucciso un uroboro per sposare la figlia di un re.

Ma, al di là di tutto, la cosa interessante è come si sovrappone la simbologia tra uroboro e collana (e tutto grazie al fermaglio che la chiude). Intanto gli elementi che compongono il filo (l’infinito) della collana rappresentano la diversità e la molteplicità delle manifestazioni nell’infinito. C’è chi crede che le perle che fanno una collana producano una sorta di magia. Per esempio milioni di anni fa venivano infilati: denti conchiglie ecc…
Poi a volerci credere e magari usando il fermaglio come un elemento della collana si pensava che indossando la pietra più grande vicino alla gola, la proteggesse. Oppure, coprendo il cuore si salvaguardano il coraggio l’amore e la vita stessa. E per quanto riguarda la tutela di mente e anima (digressione: c’è che dice l’anima è una scheggia di luce in luogo preciso del cervello. Mah. Il problema è che affermano senza dimostrare – ma questo è solo un mio pensiero-), basta avere una collana intorno al collo.



Una cosa curiosa mentre stavo facendo una ricerchina sulle varie simbologie delle possibili chiusure riguarda lo scarabeo. Gli antichi egizi ritenevano che lo scarabeo aiutasse a sollevare il sole della mattina, per via della fatto lo vedevano fare rotolare palline di sterco a volte più grosse degli animali stessi, quindi pensavano che avrebbero aiutato anche il faraone a rinascere.


Tornando alle collane è incredibile sapere cosa ci portiamo al collo. Sarà spesso ci si concentra sul valore economico di una pietra e si perde di vista il resto.
Elisabetta Guida
