Gioielli & device

Un giorno, Juntao Ouyang, mentre osservava una tastiera ha pensato:

Indosso i segni come gioielli; anche il mio telefono lo fa con la tastiera dunque dove finisce la tecnologia e qual’e il suo inizio?


Sembra sia partito tutto da qui.

L’idea della designer cinese è complessa e ruota tutta attorno alla funzione. Anzi alla stratificazione delle funzioni. C’è quella dell’accessorio che comunica l’unicità di chi lo indossa, c’è l’altro utilizzo, legato alla praticità del quotidiano e c’è il ‘memento mori’, o meglio, tradotto in linguaggio contemporaneo, ‘ricordarsi di rimanere sul pezzo della propria vita/obiettivi senza cedimenti’.

Più precisamente, gli anelli sono fatti per aiutare ad avere una presa più stabile sul telefono. Infatti al loro interno c’è una calamita che si aggancia al dorso del device. Inoltre il gioiello -leggerissimo perché l’interno è cavo- può essere richiuso e trasformarsi in ‘una moneta’.
Gli orecchini, invece, con la loro parte tonda dove inserire il filo degli airpods, evitano che le cuffiette scivolino via.

Ma sono ‘i segni’, la funzione più curiosa: ricordano un proposito e che la tecnologia è solo uno strumento per raggiungere uno scopo. I simboli da cui è partita sono quelli della tastiera: start, stop, pause, forward, che poi ha sviluppato nella collezione. Prendete ‘start’:

Il cerchio è il simbolo del cielo, il ciclo perenne della vita. La linea che rompe la continuità è l’inizio di qualcosa.

Anche il triangolo di simboleggia l’inizio. In alchimia è una figura intermedia tra il cerchio ed il quadrato, in bilico tra cielo e terra. In questo caso, con la punta rivolta verso l’alto è il fuoco

Insomma gioielli che sono, nel loro complesso, una ‘spintarella’ a rimanere focalizzati, non disperdere le energie e muoversi dritti verso il nostro scopo. Un esempio? L’artista indossa il simbolo ‘Stop’: basta aspettare, basta con il pensare, ripensare e poi pensare ancora, basta fermare se stessi.


Elisabetta Guida