Feste invernali
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La definizione di magia rimanda alla manipolazione degli elementi naturali. Sembra che la parola stessa rimandi ai sacerdoti zoroastriani dell’antica Persia. Pare che la loro specialità fosse influenzare e dominare gli eventi. Ed erano decisamente bravi se si considera che fino al 1600 vennero considerati dei sapienti.
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In Egitto sono stati trovati dei papiri dove erano scritte formule per prolungare la vita, fornire aiuto in questioni amorose, combattere i mali. E se per noi la dea protettrice di streghe e maghi è Diana, la loro era Hika.
Ma davvero la magia può essere paragonata ad un ricettario?
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Quest’anno ho letto una saga interessante, cioè il punto di vista in cui veniva trattata la questione del soprannaturale. L’autrice, che insegna storia ad Oxford ed è specializzata nell’alchimia, racconta una vicenda chiedendosi chi e cosa queste creature rappresentino o facciano nella concretezza della vita. Ma al di là, li’ c’era un particolare tipo di strega era detta tessitrice. Posto che il mondo e le sue vicende è un tessuto formato da un insieme di fili intrecciati. Solo queste donne potevano vedere è creare gli incantesimi ma solo sulla base dei loro desideri più profondi.
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A pensarci però il risultato è una visione un po’ a compartimenti stagni, che da’ l’idea di vivere dentro un ingranaggio.
Invece io trovo che la magia è ovunque ed in ogni istante. Assolutamente visibile e senza alcun filtro. C’è solo di avere la voglia di non rifugiarsi nella banalità. Tutti possiamo averne prova: basta vivere. È sufficiente aprire la porta dell’adesso e vedere cosa capita.
Elisabetta Guida