Dondolare…
Ci sono dei giorni in cui vorrei trasformarmi in un uccello e volare via. Sentire la libertà, il vento che scivola sulle ali.
Non che mi possa lamentare, ho una vita fortunata. Però… è come se in alcuni momenti mi mancasse l’aria.
Tutto questo conformismo da cui siamo circondati; una specie di carta moschicida.
Ma se il mio stratagemma per fuggire era Blu’ di Chanel (quello con la scritta color oro), adesso c’è un alternativa.

Si tratta di un ponte in stile tibetano, vale a dire che non è sostenuto da pilastri e supporti, semplicemente dondola. Adoro questa caratteristica. È come la posizione dell’albero a yoga, col piede sulla coscia in equilibrio sull’altra gamba ad occhi chiusi. Magia. Perché mi ricorda il normale stato dell’essere, almeno il mio, come se avessero riavvolto il nastro all’inizio di ogni risveglio.
La sensazione dei 665 metri del ponte sospeso a Willingen, in Assia, è un po’ questa. Metteteci anche le luci: i corrimani sono illuminati ma quanto basta perché non disturbino gli insetti. Sotto, ad un altezza di circa 100 metri, foreste verdissime e montagne che si alzano coperte di neve.

Già, la neve. La cittadina tedesca è famosa per gli sport invernali, tanto che dal ponte si vede il trampolino da salto con gli sci. Ovvio, bisogna essere capaci. Il positivo però è che stanno costruendo la più grande rete di parchi e sentieri. Viene da pensare al deserto del Nagev, in Israele,dove ci sono più di 200 chilometri di piste ciclabili.
Ma per quanto mi riguarda: godiamoci il ponte e la libertà di essere noi.
Elisabetta Guida