Dire Tappeto…

Mi piace Christoph Hefti. E’ una persona che non si lascia governare dal marketing, ma usa gli intrecci di lana e seta nepalese, per esprimere se’ stesso. Certo bisogna vivere, e a proposito nel suo curriculum ci sono collaborazioni con Lanvin, Balenciaga, Acne Studio, al momento disegna per Mugler.
Ma lui, proprio lui, si trova nei suoi tappeti, nel colore, nella cultura e nelle storie mistiche che raccontano. Si dice che la sua particolarità sia quella di usare metodi tradizionali in un contesto contemporaneo.
Non so, non mi sento, d’accordo. Tanti ormai lo fanno. C’era un marchio di moda che usava un telaio del 1700 per produrre borse. Secondo me, più del mezzo è il contenuto, i suoi tappeti sono magici, mi ricordano le storie degli arazzi medievali, se non fosse che la tecnica è diversa, il linguaggio ancora di più e che Christoph Hefti racconta il Nepal.


Un paese affascinante proprio perché è ancora sconosciuto. Per sapere dei suoi miti, delle leggende e dei segreti dei suoi simboli c’è bisogno di una biblioteca ben fornita o di una libreria specializzata. Sul web s’incontra la superficie: l’uomo delle nevi, le kummari (le dee bambine), il misterioso Regno di Lo.
Qualche anno fa ero stata invitata a una cena organizzar dall’ente del turismo del Nepal, credevo che avrei soddisfatto ogni curiosità… invece la cartella stampa era il diario di viaggio di un esploratore. Quanto siamo differenti, quanto diverso il contenuto di un messaggio.

Anche i tappeti di Christoph Efti li trovo un mistero.
Ho scoperto solo che i lupi sono considerati la cavalcatura degli dei, poi dietro i colori ci sarà un mondo. Che bello scoprire. Di sicuro Christoph Efti sa tanto; proprio in Nepal che si appassionato d’arte tessile, il problema è che gli artisti sono degli ermetici.
Elisabetta Guida

(Brussel Gallery Maniera)