Da dove arrivano ’i gusti’?



La geometria è roba da architetti. Quando vedo occhiali e gioielli con rette, angoli e curve sfacciatamente in primo piano, penso a Le Corbusier, alla mia professoressa di arte delle medie, e subito dopo, a Nemo Lighting.
Adoro Nemo, è come un profumo.
Note di testa: la bellezza. Perchè la bellezza, -nel caso di Nemo-, è un portale, che ha il potere di annullare l’intorno, catapulta nell’armonia. Così che si può pensare a realizzare se’ stessi senza dovere usare la vita per mettere a posto il mondo intorno. E, soprattutto, non si ha mai l’impressione di essere ‘fermi’, i pensieri si muovono liberi, anche se, molte delle loro luci, sono geometriche e definite.

Note di cuore: mi piace Federico Palazzari, – il signor Nemo Lighting -., ad un salone, mi disse ‘(…) alla fine disegniamo oggetti’. Trovo che questo atteggiamento in punta di piedi, sia un valore grande, da’ il senso dell’apertura mentale. A proposito nel cortile a chiostro di un antico palazzo, in una quelle vie da ‘appena svoltato l’angolo’ (a 30 metri dal caos di Via Manzoni), lontanissime dal via vai, in una strada quasi deserta -si può sentire l’eco di una finestra che si chiude- C’è altro show-room -il cuore di Nemo?-. Qui ‘la luce’ è dedicata a gallerie, musei, collezionisti, ma soprattutto alle opere d’arte -e di tanto in tanto vi si tengono mostre-. (E dove tra l’altro, nascosta su per una scala, c’è il primo progetto grafico del nome).
Note di fondo: l’odore che mi è rimasto sulla pelle è un ricordo. L’intervista a Jean Marie Massaud quando presentò una lampada prodotta da Nemo; da allora ogni volta che intervisto qualcuno cerco lui. Avete presente le persone che ti aprono la mente? Dopo averle incontrate è tutto diverso. Così. Finisci l’intervista e wow i pensieri volano e ti dici come faccio a dare la stessa meraviglia a chi mi lèggerà? .
Eppure…


Eppure sono una persona da architettura organica, ma contemporaneamente quando mi soffermo sulla mia idea di casa … beh è un castello francese, con i tetti di ardesia appuntiti sopra le torri. (Anche piccolino eh… ma questa per me è casa, sento la pace -profonda, immensa- indipendentemente da dove abito o passerò la vita ). E, massima contraddizione, amo la città. E dunque, in tutto questo, Nemo Lighting?


Cosa curiosa se si va un po’ più a fondo al ‘cosa piace e cosa no’.
Nel senso… dove li andiamo a prendere i ‘gusti’?
I Veda credono che ognuno di noi si muova nel mondo seguendo un profumo. Forse si, forse no, ma quello che penso sia il nodo, è il comune vizio di partire dalla conclusione. Tutto merito dell’ossessione di catalogare quello che capita in brutto o bello, mentre sarebbe sempre dipende. E il ‘dipende’ è vincolato da cosa si ha dentro l’anima, che cambia continuamente.






Guardavo il catalogo Nemo, che è un miscuglio di ispirazioni e personalità, certo unite da un minimo comune denominatore di fondo. Poi mentre cercavo l’impostazione per l’articolo, ho trovato una pagina web, che metteva a paragone Wright e Le Corbusier.
Conclusione mi si è accesa la lampadina: quella che chiamo bellezza è una rete di elementi differenti che, insieme, riescono a produrre il miracolo.
E forse è questo il senso della frase sibillina ‘la bellezza ci salverà’… ho sempre pensato fosse un escamotage per dare l’idea di essere intelligenti’ (tipo i vari ‘Ah io credo nella scienza’ ), invece no. La bellezza che riconosciamo è la possibilità di essere noi facendoci scivolare addosso tutto il resto.
Elisabetta Guida
Ps- in questi giorni stanno già arrivando i programmi della design week di giugno a Milano: non scegliete, andate, così girovagando senza meta.



Segue un articolo ’Parentesi’: ’Il fascino esotico dell’illumino-tecnica’, pensieri che anche dopo la fine dell’articolo, non mi volevano lasciare.