D♠️artagnans e la ”tutela diffusa”.




Ci sono ancora una manciata di ore per diventare co-proprieterari di La Mothe Chandeniers; un castello costruito su uno specchio d’acqua, dentro un bosco della Nuova Acquitania -il dipartimento che ha per capitale Bordeaux-. La quota è all’incirca di 100 euro ( se si ha un indirizzo di posta in Francia meno), perché dentro ci sono le spese di spedizione dei documenti che rendono proprietari a tutti gli effetti (con tanto di notaio e diritto successorio).
In pratica succede che ci si trova in società con altri (tantissimi) co-castellani e si acquisisce il diritto di voto (pesante quanto il numero delle quote che si sono acquistate) e, nel caso ce ne siano, quello della divisione degli utili.
Mentre riguardo al passivo e a tutto quello che possa fare riferimento la questione debiti, fallimento ed ulteriori richieste di rifinanziamento ecc… due cose. La prima è che nel peggiore dei casi si perde il denaro usato per la quota. L’altra, forse quella più preoccupante, pensando alle spese straordinarie di un castello del XIII secolo è che si dice non verranno chieste altre elargizioni; in caso di bisogno lanceranno altre raccolte fondi sul mercato. Ed effettivamente sembra proprio così, visto che la prima volta che il castello è comparso sul mercato con questo sistema è stato nel 2017.



L’idea è del progetto “Dartagnans”, i moschettieri dei beni culturali; per la Repubblica Francese sarebbe impossibile fare fronte al mantenimento e alla ristrutturazione di tutto il patrimonio del paese.
C’è un obiettivo , una cifra da minima da raggiungere per portare a termine il lavoro ed un tempo entro il quale l’offerta d’acquisto rimane sul mercato.
E non si tratta solo di mettere in sicurezza un bene e renderlo visitabile, ma si cerca il modo di rendere autonomo a livello finanziario, che significa creare ricchezza.
Certo non vale per tutte le proprietà, solo per quelle per cui si diventa proprietari. Alla fine la loro e’ una piattaforma dove chiunque può proporre il proprio progetto chiedendo finanziamenti.
Ma rimanendo sul castello di La Mothe Chandeniers – che vorrei fare diventare ‘il Caso’ – l’obiettivo è ristrutturare gli edifici che appartenevano alla proprietà trasformandoli in residence ed hotel (già oggi la Mothe Chandeniers può ospitare matrimoni. Insomma garantirne la sopravvivenza.


Personalmente lo trovo meraviglioso, perché è un’altra maniera far rimanere pubblico (prendendo il denaro da chi ce l’ha) un bene che al contrario sarebbe andato perduto. (O come avrebbero fatto in Italia, messo all’asta, senza nessuna ricaduta economica sui cittadini che in più sarebbero stati derubati anche della bellezza a vantaggio di ‘qualcuno’).
Dunque perché non ci organizziamo e facciamo lo stesso anche noi?
Elisabetta Guida