Cos’è un gioiello? Passando per un diamante…

Share

La reputazione è tutto. Prendete i diamanti, devono gran parte della loro fortuna nell’essere sempre sono stati considerati una pietra magica.

L’India, il più antico produttore al mondo, li commerciò con la Roma Antica come fossero amuleti. O almeno, i romani intendettero così la questione -e cioè che nessun maleficio avrebbe potuto attaccare chi possedesse un diamante- in verità l’India la considerava una pietra sacra. Certo tutte le pietre erano ritenute tali in quanto consacrate al Dio Vishnu, ma il diamante per la sua brillantezza, si credeva illuminasse “il cammino”. Da premettere, a proposito, che la pietra grezza è molto più opaca, eppure aveva in sé quel bagliore solo accennato…. Il profumo dell’anima? Resta che i primi tagli per sfaccettare la pietra ed aumentarne la luminosità cominciarono sul finire del medioevo (il più curioso, un po’ di tempo più in là, è il taglio Marquise che pare sia nato da una  richiesta di Luigi XV: riprodurre il sorriso di Madame de Pompadour). Prima di allora il diamante non doveva neanche essere scalfito: pena la perdita dei poteri. 

Possedere un diamante era  qualcosa di simile ad avere il dominio sulla materia! Considerato che non esisteva al mondo una pietra  più dura del diamante (la notizia è che attualmente a nord d’Israele è stata scoperta una pietra naturale, che lo è ancora di più), poi le difficoltà di reperimento. In media la proporzione è una tonnellata di roccia scavata per un carato. E chiaro bisogna trovarli. Ancora oggi non si sa dove siano esattamente, anche se in teoria basterebbe avere un vulcano nei d’intorni e voilà! 

Infatti il carbonio si trasforma in diamante durante milioni di anni ed a grandi  profondità, precisamente nei cratoni, nella parte più antica della crosta continentale, quella originaria dell’antico primo supercontinente  terrestre, “Pangea”. Poi l’attività eruttiva dei vulcani -i diamanti si trovano in rocce sopra la camera magmatica-  spingono la Kimberlite -la roccia antica che contiene i diamanti- un po’ più verso la superficie. Si tratta di esplosioni e conseguenti camini verticali -tunnel lunghi da qualche centimetro fino a due chilometri-. Chiaro a volere aspettare qualche millennio la geologia darebbe una mano: i depositi alluvionali liberano il diamante dalla roccia e lo deposita sul fondo dei torrenti. Fino a un certo punto però, perché tutto cambia e allora non si sa più da dove arrivi la vena primaria. Un giorno una bambina, in Africa, stava giocando con una pietra, qualcuno ne riconobbe un diamante e se ne avvio l’estrazione.

Ma, nonostante tutta questa fatica anche  il diamante -in tempi piuttosto recenti, nel 1919 per via della recessione economica- ebbe un crollo di popolarità. Conclusione una grande compagnia di estrazione ed esportazione di diamanti degli Stati Uniti avvio una campagna pubblicitaria che coinvolse attrici di Hollywood e fashion designer -arriva da qui l’idea che per l’anello di fidanzamento ci si dovesse investire un mese di stipendio, poi diventati due negli anni ‘80-.  Rimane  che è bastato dare una spolverata alla reputazione facendolo diventare uno status symbol per farli tornare a godere di ottima salute. 

Diamante grezzo appoggiato su pietra kimberlitica, (C)ParentGery

Ma allora cos’è un gioiello?   Nel 2 sec. A.C. un marito doveva consegnare alla sposa due anelli, uno di ferro da portare in casa ed uno d’oro da portare in pubblico. Siamo ancora in questo mood? Quali le componenti che rendono un oggetto prezioso e quale il rapporto tra metasignificati, valore economico e forma?

L’ho chiesto a tre giovani designer, orafi premiati per il loro impegno nella ricerca contemporanea … Continua https://www.ilprincipeazzurroesiste.it/cose-un-gioiello-il-punto-di-vista-di-tre-designers-contemporanei/

Elisabetta Guida
Ps- Se dal 24 ottobre al 9 novembre passaste da New York, Les Enluminures mette in mostra la collezione di diamanti dì Benjamin Zucker, 23 East 73rd Street, 7 piano, Penthouse, NY 10021