“Conforting Home”





Confort è una parola che inganna.
Subito si pensa alla definizione di Confort Zone:
“la condizione mentale, in cui, la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costanti e senza percepire il rischio”. Insomma, elettroencefalogramma piatto e perfetta premessa per essere bolliti vivi come la rana. La semplicità becera, del tutti dicono, tutti fanno. Tra l’altro a cercare su un vocabolario, la definizione di volgare, si trova: banale. Come non essere d’accordo? Per non parlare della continua confusione tra confort e comodità (proposta di Referendum: aboliamo questa parola).


In realtà, il significato di confort è più qualcosa che ha a che fare con la profondità dell’essere. …Succede un po’ come quando ci si sente così nella propria pelle dentro un abito che ci si scorda addirittura di essere vestiti..
Ecco, le ‘conforting homes’, sono esattamente questo.
Ambienti dove ci si trova talmente a casa che potrebbero non essere mai stati disegnati o progettati da un designer, semplicemente esistono, nello stesso inspiegabile modo in cui anche noi facciamo parte di questo mondo.
Sappiate che la regina di questa filosofia è Nathalie Deboel.

I prossimi 11 e 12 dicembre, a Brussels, sarà presentato il libro ‘Conforting Home’, che pubblica 15 degli ultimi progetti della designer belga. In pratica, Nathalie Deboel a fronte di venti anni di attività racconta la difficile arte di riuscire a esprimere l’essenza dei suoi clienti in un arredo.
A proposito sembra che i principi attorno cui tutto ruota siano: armonia, luce e calore. E una volta calibrate le perfette quantità (perché quello che colpisce a guardare le sue case è lo spazio: spazio per pensare, essere, fare. Non c’è un istante in cui s’affacci la sensazione d’essere ‘compressi’) comincia a lavorare su finiture, materiali, oggetti, opere d’arte con un occhio particolari agli angoli ed alle prospettive nascoste.
Ma la formula valida per ogni occorrenza finisce qui.
Anzi, La parte più sostanziosa dell’incantesimo cambia costantemente. Niente rimane uguale, neppure i significati che dà agli assiomi della sua teoria.
I suoi spazi eleganti, immateriali e senza tempo sono un profumo personalizzato, e Nathalie Deboel, un naso prestato all’interior design.

