Con un colpo di bacchetta magica…

Per molti la bellezza è come la porta del paradiso: più ci si avvicina, più lei si allontana. Io non credo sia così. Penso esista una bellezza talmente assoluta da mettere insieme oriente ed occidente.
Non è questione di caratteristiche fisiche o retaggi culturali che mai neanche si immaginerebbero. 
Un sociologo francese  della Sorbona fa derivare l’idea secondo cui niente è come essere magri dalla borghesia della rivoluzione industriale. Loro ritenevano che una donna, per essere decisamente appetibile dovesse ispirare fragilità. (Ed è curioso che in francese, per una donna con qualche chilo in più si dica ‘ronde’, mentre per un uomo ‘fort’).
Quella che intendo è la bellezza dipinta da Vermeer.
E non è la solita frase da intellettuali, se qualcuno avesse la bacchetta magica e mi chiedesse: ‘come vuoi essere?’, io risponderei ‘come sono, ma con l’upgrade luce dell’artista olandese’. Quel bagliore che illumina: pelle, tratti somatici, capelli, addirittura i vestiti… 
Come se arrivasse dalla profondità dell’essere ed esplodesse arrivando a superare qualunque barriera. 
Come se tutto rimanesse congelato in una sorta di eternità che si muove, e nonostante il tempo che passa e lascia i suoi segni, ma rimane tutto così, immutabile, più patinato di una rivista patinata. 
E in questo modo andare in giro per il mondo, leggeri come un profumo.

Ma a dire la verità, persone  così,  sono già in circolazione. 
Sono strane: definirle belle è poco ma allo stesso tempo belle, nel senso tradizionale del termine,  non lo sono affatto. Ne il loro si può definire fascino, perché per coglierlo si dovrebbe avere un inizio di coinvolgimento, magari solo subconscio. La magia che portano addosso è più una sensazione fisica: quasi come toccare il velluto o bere il primo caffè della mattinata.
È l’armonia che ti si getta addosso ogni volta che li incontri:rappresentano l’incastro perfetto. Sapete il troppo bello per essere vero? Ecco loro sono la prova vivente che non bisogna mai volare basso.  Insomma hanno ‘la grazia’. Eppure sono persone normalissime.

Un esempio per tutti.
Ho lavorato per una persona con questa luce, ed anche se  desidererei  vederlo  trasformato in un albero secco per un giorno o due, non posso che sentire la meraviglia ogni volta che mi capita di incontrarlo.

E dunque? Perché loro si, mentre altri no? Poi tutta la storia trita e ritrita della bellezza interiore… neanche fossimo scimmie ammaestrate.
Secondo me il problema è che non ci andiamo mai  bene come siamo, dunque:
– l’incantesimo si spezza
– la bellezza assoluta diventa utopia e noi rimaniamo in giochi perversi di confronti e modelli imposti dalla pubblicità. (Pensateci: se non volessimo essere tutti uguali l’industria del pret-a-porter sarebbe già fallita da tempo immemore.)
Invece i detentori della ‘grazia’, hanno la consapevolezza di essere.

Prendete proprio Vermeer. Il prossimo febbraio ad Amsterdam il Rijksmuseum metterà in scena la più grande mostra dedicata al pittore olandese. Ma la parte interessante è il punto di vista. Perchè tutto sarà visto nella prospettiva di ‘cosa c’è dietro la pittura visibile dei dipinti?’. Allo scopo molti dei suoi quadri sono stati studiati con nuove tecniche di scansione e si è scoperto cosa c’è sotto. Dietro “La lattaia’ ci sarebbe un braciere ed una brocca che l’autore avrebbe successivamente ricoperto. Un fatto che gli studiosi ritengono abbia svelato il mistero sul suo modo di lavorare. Certo curator e storici dell’arte sono tutti presi dalla velocità, la maniera e via così. Ma secondo me il vero mistero svelato è:
– a questo mondo si procede per tentativi, nessuno ha la ricetta;
– i cambi di direzione sono la norma;
– la bellezza assoluta è la cosa più a portata di mano del mondo. (Ed è gratis).

Elisabetta Guida