Complessità
La complessità è meravigliosa.


Giorgio Parisi ha vinto il nobel per la fisica per avere scoperto il rapporto tra disordine e fluttuazione nel piccolissimo e su scala planetaria.
Immaginate un sistema fatto da tante parti completamente autonome con un proprio modo di reagire, pensare, fare. Parisi ha scoperto il rapporto tra “l’anarchia” e la variazione che si verifica in un sistema: l’ordine del disordine.
Una regola che permetterà di prevedere come si modifica una struttura complessa.
Qualche anno fa’ a Londra ero andata ad una conferenza di Filosofia e Matematica, organizzata dall’European School of economics, sulla prevedibilità del razionale e dell’Irrazionale. Avevano parlato della formula di Lorenz -usata tutt’ora per le previsioni del tempo- alla base della quale c’è la tesi che un solo elemento può condizionare l’intero sistema e che tutto è connesso. Da qui la frase ‘il battere delle ali di una farfalla in Brasile provoca un tornado in Texas’. E l’idea che risolvendo un problema in una qualunque area della nostra vita ne beneficerà tutto il resto.


A pensarci la complessità è anche il modo in cui ‘sentiamo’, ‘impariamo’, ‘sperimentiamo’. Siamo un miscuglio di dentro, fuori, emozioni, progetti, oltre al passato ed ai suoi condizionamenti. Ed ognuno di questi elementi sembra muoversi su un loro proprio binario, ma poi all’improvviso -un po’ come i disegni che fanno in cielo gli uccelli migratori- si trasformano nella nostra realtà. E la realtà di oggi è il ricordo di domani.
E questa è una cosa interessantissima.

In una puntata della ‘la mente, in poche parole’, una serie di documentari di Netflix, ci si chiede il motivo per cui i nostri ricordi non sono affidabili. La ragione è che tratteniamo ciò che ci serve per prendere nel presente le migliori decisioni. Ma il fatto oggettivo diventa un miscuglio di credenze, emozioni ecc e si trasforma in quanto di più soggettivo ci possa essere.
A tutto questo discorso, aggiungiamo che ognuno di noi è un miscuglio di sistemi complessi, insieme formiamo altri sistemi complessi. Ma ogni essere vivente è totalmente diverso da un altro, con un suo modo di sentire e vedere le cose.
Qualcosa che mi fa pensare ai Collage e alla maniera di percepire un colore, una tecnica di pittura, un immagine. A come siano a loro modo dei sistemi complessi sempre diversi a seconda della persona che li guarda.
Elisabetta Guida