Città Invisibili.

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Pensieri a proposito….

In “invisible city” mi rivedo. Perché il mio, è l’universo parallelo di chi sta ai margini di una narrazione che non gli appartiene.

Nel mio mondo, se non ti sposi sei una zitella.. Se non hai tre cognomi e cinque nomi o discendi da una famiglia di professionisti (Una volta una pr mi disse: è la prima volta che ti vedo, di chi sei figlia? ),
ma anche amministratori delegati va bene… ( -pensate che ,in una conferenza stampa, in un museo, una professoressa di un Università, ha dato per normale che il figlio prendesse il posto del padre Ad. Certo nel privato ognuno fa quello che vuole, contento il proprietario…, ma il merito?- ) …devi ambire a fare la segretaria, o l’assistente come si usa dire oggi. E se sposi un tipo/a che sia ricco, wow : hai il iriconoscimento sociale assicurato. A questo punto bisogna fare figli, lamentarsi , invidiare tutti, dare colpe a cascata perché la vita non viene come si vuole e desiderare più di ogni altra cosa la pensione. Guai a mandare un curriculum intorno ai 50 anni: perché quello che conta non è di sicuro il saper fare. (E con il beneplacito del ministero del lavoro, presente e passato, visto che non hanno mai fatto nulla per cambiare le cose).

Sinceramente è più allettante la morte. Almeno si sarebbe liberi.

Contemporaneamente…. però…. mentre guardavo le fotografie di Veronica Gaido, pensavo all’Eremita dei Tarocchi, la lama numero 9. Non è un caso che venga dopo la Giustizia (il karma) e appena prima della ruota della fortuna
(siamo noi che decidiamo quale direzione  fare prendere alla nostra vita). Infatti il significato dell’Eremita è quello di una persona che cerca se stessa, la propria verità. Un po’ come noi, in questa Italia che non ci vuole.

E visto che i Tarocchi si fondano sulla coscienza collettiva, che la nostra sarà una rivoluzione silenziosa? formeremo una nuova consapevolezza? Chissà.
Elisabetta Guida (tutti i disegni sono miei, anche i tarocchi).