Brindisi…





Brindare è una cosa molto seria. Basti pensare che l’antica Roma affidava i presagi agli auguri; dei sacerdoti che interpretavano la volontà degli dei osservando gli uccelli. Oggi la facciamo più semplice: proclamiamo che un nostro desiderio si realizzerà, un bicchiere di vino e voila. Cosa che a prima vista -mettere le parole in bocca agli dei- potrebbe essere un’attività rischiosissima.
Eppure…
Mentre facevo un po’ di ricerca per questo articolo (avrei voluto proporre uno dei brindisi che si facevano alla corte di Re Artù), mi sono imbattuta nel libro delle parole magiche di Cristiano Tenca. In realtà sono cinque volumi e c’è anche l’App con le formule lette per poterle pronunciare correttamente. In ogni caso, per capire ho scaricato la prefazione.
Intanto: bando allo scetticismo, perché il primo presupposto in base alla quale le parole magiche funzionano, è la convinzione granitica di un loro reale potere. L’altro caposaldo, è, invece, l’energia.



L’autore parte dall’atomo. Cioè dice: cose ed esseri umani sono fatti di energia, perché dentro l’atomo ci sono particelle di questa sostanza. Non solo, si è scoperto che la realtà ‘dipende’ da chi la osserva, nel senso che l’osservatore può modificare il comportamento dell’oggetto osservato. Indubbiamente realtà nei laboratori di fisica quantistica, ma se si trasla questa idea al mondo ‘di tutti i giorni’ (d’altra parte rimaniamo pur tutti fatti di energia), allora si potrebbe dire che questa tesi implica scambi di energia tra cose e cose (da poco si è scoperto che anche gli oggetti sono in grado di influenzare gli altri oggetti), e tra cose e persone.
Ora, Il punto attorno a cui ruota il valore delle parole magiche, secondo Cristiano Tenca è che queste, sarebbero dei collettori di energia, la cui funzione è quella di aiutarci a direzionarla e quindi modificare la realtà.
Una prospettiva di pensiero che mi ha fatto venire in mente il martello di Thor. In realtà quest’arma ha la funzione di un cumulatore, come fosse una banca, l’energia del Dio del Tuono, aiutandolo a non disperderla ed a scaricarla dove vuole. Ma di fondo, anche senza martello, Thor, resta Thor.
Dunque, sebbene siano, indubbiamente, un aiuto, non avremmo un essenziale bisogno di parole magiche per realizzare i nostri desideri.
Allora, la domanda è: in cosa consiste quel ‘quid’, che rende un augurio, qualcosa che diventerà realtà?



Tutta la letteratura in materia, sembra concordare con la tesi per cui, per muovere l’energia necessaria per modificare la realtà, deve essere qualcosa che si vuole nel profondo. Un po’ come se si trattasse di una manifestazione di noi… non è la testa che lo vuole, ma il cuore (divertente la tecnica dei 101 desideri di Igor Sibaldi, la trovate su YouTube). Direi… il moto di un sorriso… con la stessa naturalezza. Beh sembra che il segreto sia tutto qui, senza dimenticare che l’intensità, in questo caso, la fa da padrona .
Certo, fare un Brindisi con una bella invocazione in latino ha una bell’effetto, tenete però conto che se non riassume esattamente quello che volete e’ un occasione mancata.
Eehhh… bisogna prepararsi, o forse, volere proprio quello che si vuole. Anche se scritto così sembra un ossimoro… la verità è che nuotiamo nel fango, sommersi da status simbol, dovere essere, manipolazioni di ogni tipo… Ma per fortuna basta guardare le stelle e seguire il cuore. Elisabetta Guida

