A New York su una piccolissima isola, dondolati dall’acqua



Per me New York è… “lavori in corso’. C’era sempre qualcuno che bucava l’asfalto o era alle prese con un qualcosa, che fosse notte o giorno. Anche se forse, col passare del tempo, è più una considerazione: tre indizi fanno una prova, ma la convinzione che mi sono fatta è che è come, se in questa città, il fluire del tempo avesse una matericità e fosse visibile . Nelle città europee è il contrario, la sensazione è che sia tutto immobile, poi all’improvviso spariscono vecchi quartieri, vecchie case. New York è una specie di fiume di Eraclito (sosteneva che nessuno di noi si bagna mai nella stessa acqua, Panta Rei, “tutto scorre”) fatto a città. Movimento, confusione, brutto, bello tutto insieme, tutto impastato. Ù

E proprio qui, in questo turbinio, lo studio di architettura Jendretzki Design sta lavorando ad un progetto da non credere: la pace assoluta, dondolati dall’acqua, a soli 30 minuti da Manhattan.
Si tratta di un Eco Boutique Resort a impatto zero, più facile descriverlo come un atollo in mezzo al mare, perché non si percepisce una separazione tra la terra ferma, cioè Rat Island che sfiora l’ettaro (è grande circa 4000 metri) e il gruppo di capanne galleggianti che fungeranno da sistemazioni. L’isola, che fa parte di Long Island Sound, nel Bronx, sarà provvista di un porticciolo con un braccio fluttuante che potrà ospitare circa 12 barche. Ma se vi trovaste in città sprovvisti di un natante potrete sempre raggiungere rat Island con un taxi d’acqua. Allo scopo è stato sfruttato un canale che attraversava a sud l’isola e permetterà di attraccare esattamente sotto l’edificio principale.




Pare che questo corso d’acqua sia così pieno di cozze che una spiaggia dell’isola è così coperta di gusci (merito degli aironi blu che si nutrono di molluschi) che dà l’impressione d’essere blu-viola.
Non c’è da stupirsi considerato, che quando è stata messa all’asta nel settembre 2011, Diana Cardwell scriveva sul New York Times “Non ha linee elettriche o fognarie, gran parte di essa con l’alta marea è sott’acqua. Non ha un riparo né un posto pronto per costruirne uno. Non c’è neppure un molo”! Certo, da queste parole sembra che per Rat Island, un prima non ci sia mai stato e invece ha tutto un trascorso e un susseguirsi di proprietari, per un periodo diventò addirittura una colonia per artisti e scrittori. (Santo cielo)
Nel 1800 vi portarono una quarantina di malati di tifo, da qui forse il nome “Rat” -topo-. Ma molti l’attribuiscono ai detenuti che riuscivano a scappare a nuoto dal carcere vicino e che la utilizzavano per riposare prima di affrontare l’ultimo braccio di mare verso City Island, la libertà.
Quello che è indubbio è che lo studio di architettura Jendretzki Design sta creando un’altro dei mille volti che fanno New York.
Elisabetta Guida
Studio di architettura Jendretzki
Paul Balmer art